Attualità

Inaugurato presso il Museo degli usi e costumi il maso dell'Alta Val d'Isarco

Il maso unico dell'Alta Val d'Isarco allestito presso il Museo degli usi e costumi di Teodone, è stato inaugurato oggi, 24 maggio, dal presidente della Provincia Luis Durnwalder. Erano presenti anche l'assessore alla cultura tedesca , Sabina Kasslatter-Mur, il presidente dell'ente Musei provinciali, Bruno Hosp, e Alexa Untersulzner, direttrice del Museo degli usi e costumi di Teodone. Hans Grießmair, già direttore del Museo ha illustratoo i dettagli del maso e presentato la nuova guida al museo.

Nel caso del maso dell'Alta Val d'Isarco si tratta della ricostruzione di un cosiddetto "maso unico" avvenuta avvalendosi anche di antichi oggetti in dotazione del museo. Come ha spiegato Hans Grießmair, per molti anni direttore del Museo degli usi e costumi di Teodone, questo tipo di costruzione si trova anche oggi nella Wipptal in Austria tra Matrei e la Stretta di Bressanone nell'Alta Val d'Isarco, nell'Alta Val Pusteria tra Pudigbach e Innichberg. Elemento caratteristico di questo maso è il fianco della casa parallelo al pendio. A valle si trovano la stube, la cucina e le camere, a monte la stalla e la dispensa per mangimi e cereali. Tra la stalla e la casa vi è un grande corridoio che veniva utilizzato sia dagli uomini che dagli animali. Questa tipologia costruttiva aveva il vantaggio di permettere all'agricoltore di raggiungere il bestiame e di lavorare nella stalla senza andare all'aperto, evitando così eventuali piogge o nevicate. Al tempo stesso gli animali, con il calore del loro corpo, contribuivano a scaldare la casa. Oggi giorno il bestiame e l'uomo non abitano più sotto lo stesso tetto. Laddove intervengono lavori per costruzioni nuove o ristrutturazioni - così Grießmair - i masi unici tendono a scomparire o comunque perdono la loro doppia funzione.
Il presidente della Provincia, Luis Durnwalder, ha posto in evidenza l'importanza di conservare testimonianze del recente passato soprattutto per i giovani che si possono rendere in tal modo conto di come si svolgesse la vita nei masi altoatesini .
Il maso dell'Alta Val d'Isarco è l'unico nel museo a disporre di luce elettrica (ovviamente con cavi a vista), acqua corrente e la tipica cucina a legna. Questi comfort sono stati introdotti nei masi altoatesini nella prima metà del XX secolo migliorando la vita delle contadine e delle serve. Il museo - così Alexandra Untersulzner, direttrice del museo, -ha voluto sottolineare la differenza con gli altri masi del XVI e XVII secolo, situati nell'area all’aperto, che avevano cucine a fuoco aperto, la fontana davanti alla casa e come illuminazione solo candele, legno resinoso o lampade a olio.
Il „maso unico d'Alta Val d'Isarco“, la costruzione più recente nell'area all'aperto del Museo degli usi e costumi, venne costruito nel 2003 e può essere visitato quest'anno per la prima volta. Si tratta della ricostruzione di un cosiddetto „maso unico primario“ eseguita utilizzando dei materiali antichi.
Il frontone con controventatura incrociata proviene dal maso „Ruoner“ nella valle Ridanna che fu demolito nel 2002. Dal catasto teresiano nel 1750 risultano proprietari Michael Pruner e Katharina Hätzl, contadini del maso “Ruoner“. Nel 1781 il loro erede, Matthias Pruner, fece eseguire dei lavori di ristrutturazione o ricostruzione come testimoniato dalla scritta sul timpano della casa.
In occasione dell'apertura del maso unico dell'Alta Val d'Isarco, è stata presentata anche la nuova guida al Museo degli usi e costumi di Teodone “Bewahrte Volkskultur”, redatta dal suo ex direttore, Hans Grießmair, la cui profonda conoscenza del settore etnografico è ampiamente riconosciuta anche al di fuori della provincia. Il volume, ricco di immagini, si rivolge agli appassionati di cultura, offre una panoramica sulla storia e la situazione attuale del museo e propone temi come religiosità popolare, etnografia, vita e lavoro dei contadini.

SA