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Chiude i battenti il 15 novembre la mostra sul "Popolo delle nuvole“

L’affascinante esposizione dedicata alla civiltà dei Chachapoya del Perù (800 - 1500 d.C. circa) rimarrà aperta presso il Museo Archeologico dell’Alto Adige sino a mercoledì 15 novembre.

Sta per concludersi l’avventura bolzanina delle mummie peruviane del “Popolo delle nuvole” allestita dall’agosto scorso presso il Museo Archeologico dell’Alto Adige.

La mostra ha riscosso un notevole successo di pubblico ed ha consentito di vedere da vicino alcuni reperti di particolare interesse. Il successo della manifestazione è stato sancito in particolare dall’afflusso di pubblico che già a metà di ottobre aveva superato la soglia dei 50.000 visitatori.

L’esposizione al Museo Archeologico di Bolzano, che chiuderà i battenti mercoledì 15 novembre, ha puntato, in primo luogo, ad un approfondimento di carattere culturale ed antropologico sulla cultura dei Chachapoya.

Oltre alle 12 mummie umane, infatti, sono esposti anche un centinaio di oggetti d’uso corrente e prodotti dell’artigianato artistico: tessuti, ceramiche, legno e metallo. Modelli e planimetrie hanno consentito di ricostruire la realtà culturale del popolo delle nuvole. 

 Il nome “Popolo delle nuvole” venne dato agli appartenenti della civiltà Chachapoya dai loro conquistatori, gli Incas. Si suppone che ciò sia in relazione con la tendenza di queste genti di erigere insediamenti su alture di montagna avvolte nella nebbia. Gli Incas li descrivono come “guerrieri dalla pelle e dai capelli chiari”.

Il popolo, non ancora studiato a fondo, si espanse a partire dall’800 d.C. su alture coperte dalla fitta vegetazione comprese tra i corsi dei fiumi Huallaga e Maranon nelle Ande peruviane. Prima ancora dell’arrivo degli Spagnoli, i Chachapoya vennero sottomessi nel XV secolo dagli Incas. Un secolo più tardi l’intero popolo si estinse in conseguenza delle infezioni portate sul continente dall’Europa.

Il microclima secco di queste tombe poste a 5.000 metri di altitudine ha offerto le condizioni ideali affinché i cadaveri mummificassero e potessero essere conservati, praticamente intatti, fino ad oggi. Stando agli esperti, pare che i Chachapoya si servissero dei loro morti come oracolo.

Della cultura di questo popolo si sa ancora relativamente poco vista la mancanza di una scrittura. Gli studi tecnici sulle mummie contribuiranno dunque a fare luce sul mistero che ancora avvolge, come la nebbia, questi abitanti della foresta. 

Per ulteriori informazioni sulla mostra gli interessati possono contattare il Museo Archeologico dell’Alto Adige, che ha sede in via Museo, 43 a Bolzano, tel. 0471-320100, www.iceman.it

FG