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Scoperte archeologiche a Castelrotto, evitabili i ritardi del cantiere edile

L’Ufficio provinciale beni archeologici é impegnato da circa un mese in una serie di scavi nell’ambito di un vasto cantiere edile situato alla periferia settentrionale di Castelrotto, destinato ad ospitare un parcheggio sotterraneo e la nuova scuola materna del paese. Alla luce dei reperti ritrovati, il cantiere sta subendo dei ritardi, una situazione che, secondo l’archeologo provinciale Lorenzo Dal Ri, si sarebbe potuta evitare: “Se ci fosse stato chiesto dal Comune un parere preventivo – sottolinea Dal Ri - nessuna attività edilizia sarebbe stata autorizzata in area archeologica, e la scuola materna sarebbe stata realizzata in un’altra zona del paese”.

Il cantiere di Castelrotto dove sono stati rinvenuti reperti archeologici
Considerato il carattere di estrema urgenza della situazione, con il cantiere edile già in piena attività al momento dell’arrivo degli archeologi, l’amministrazione provinciale ha immediatamente messo a disposizione dei fondi straordinari per effettuare approfondimenti di indagine sull’area interessata dalle scoperte. Gli archeologi stanno infatti portando alla luce i resti di un vasto insediamento preistorico e protostorico. I reperti, soprattutto frammenti di vasi d’uso quotidiano, indicano la presenza di insediamenti della durata di varie migliaia di anni. Si suppone che l’area, non nuova a scoperte archeologiche, sia stata colonizzata dall’uomo nel corso del neolitico (5000-3500 a.C.) e poi abitata intensamente anche in seguito, nell’età del bronzo (2200 – 1000 a.C.) e del ferro (1000 – 15 a.C.). Non mancano inoltre tracce di presenza relative al periodo romano e medievale.

“I sondaggi attualmente in corso – spiega il direttore dell’Ufficio beni archeologici Lorenzo Dal  Ri - sono finalizzati a definire l’estensione, lo spessore  e la natura delle stratificazioni archeologiche rinvenute. Tali operazioni servono a precisare i tempi e i costi dello scavo di emergenza che avrà luogo a partire dalla prossima primavera”.

I tecnici, pur sottolineando il clima di collaborazione instauratosi con l’amministrazione comunale di Castelrotto per la soluzione di questo difficile problema, ribadiscono che una migliore pianificazione dei lavori edili prima dell’apertura del cantiere avrebbe significato un più razionale proseguo delle attività di costruzione. “Se avessero richiesto all’Ufficio beni archeologici un parere preventivo – precisa Dal Ri - nell’interesse stesso dei cittadini di Castelrotto nessuna attività edilizia sarebbe stata autorizzata in area archeologica, e sarebbe stato quindi prescelto un punto diverso del paese, dove costruire senza limitazioni di sorta. Tanto più che ogni particella di terreno con vincolo archeologico, o con resti archeologici, è facilmente rintracciabile tramite il servizio on-line Archeobrowser, ospitato all'interno della Rete Civica".

mb

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