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Risultati del monitoraggio della riforma scolastica nelle scuole tedesche

Come è giudicata l'attuazione della riforma scolastica da insegnanti e presidi nelle scuole tedesche? Il Nucelo di valutazione per la scuola tedesca in Alto Adige presenta i risultati del monitoraggio effettuato.

Soprattutto, si legge nella relazione, gli insegnanti sono dell’avviso che molto di ciò che la riforma propone come innovamento in realtà venga da tempo praticato con successo nelle scuole, ma semplicemente in forme diverse. Si teme la disgregazione di direttive ampiamente collaudate e delle corrispettive forme di applicazione sviluppate nelle scuole, a favore di modelli imposti dall’alto e non ancora sperimentati. Inoltre, gli insegnanti faticano a smaltire l’enorme sovraccarico organizzativo e burocratico, che ai loro occhi non appare legittimato dall’utilità sul piano pedagogico.

I responsabili scolastici sollecitano l’applicazione, da troppo tempo disattesa, di alcuni aspetti della legge sull’autonomia (ad esempio l’articolo 5), in cui alcuni principi fondamentali della riforma sarebbero già contenuti. Secondo il Nucleo di valutazione, i rappresentanti dei genitori sono generalmente favorevoli rispetto agli aspetti sostanziali della riforma, ma constatano difficoltà di applicazione. Secondo loro gli aspetti formali della riforma sovraccaricano la scuola molto pesantemente.

Riguardo alla consulenza individualizzata, la maggior parte dei gruppi interpellati ha un’opinione fondamentalmente positiva. La determinazione delle forme concrete di consulenza, che tra l’altro è stata svolta nelle scuole anche prima della riforma, dovrebbe però essere affidata alle singole scuole. I genitori esigono la consulenza, che però a loro modo di vedere può funzionare soltanto se si svolge sulla base di una fiducia reciproca. I genitori desiderano essere coinvolti maggiormente nel processo della consulenza. Le alunne e gli alunni non apprezzano particolarmente la consulenza teorica di gruppo nelle classi o la consulenza irreggimentata secondo canoni standardizzati. La consulenza dovrebbe svolgersi individualmente e in relazione alla singola persona.

Le esperienze con il portfolio, si dice nella relazione, sono molto diversificate, poiché il grado e la forma di applicazione sono molto diversi da scuola a scuola. La maggior parte dei genitori e anche dei responsabili scolastici ritiene che l’utilità del portfolio non possa essere valutata in generale e che questa dipenda fortemente dall’applicazione concreta del singolo insegnante e dal singolo alunno o alunna. Inoltre, l’applicazione del portfolio apparterrebbe alla metodologia didattica e rientrerebbe pertanto nella discrezionalità dell’insegnante. Essendo ancora in fase di sperimentazione, non sarebbe possibile dire molto sull’applicazione più efficace e sugli effetti a lungo termine.

Gli insegnanti reagiscono alle domande sul portfolio prescritto per legge in modo ampiamente negativo: nelle diverse forme concepite, non adempirebbe allo scopo di rendere visibili i progressi di apprendimento. Altre forme di documentazione dei progressi individuali sarebbero più adeguate. Se invece viene utilizzato come strumento di valutazione, si crea una sovrapposizione con l’utilizzo della pagella. Che il portfolio abbia la funzione di individuare talenti e punti deboli, è contestato con decisione.

Le materie opzionali obbligatorie incontrano ancora grosse difficoltà di applicazione. Gli insegnanti e i rappresentanti dei genitori apprezzano in larga parte la possibilità di scelta per gli alunni, perché condividono l’individualizzazione e la partecipazione alla definizione del percorso formativo da parte degli alunni stessi. Essi criticano però le condizioni contestuali, che alla fine mettono in dubbio gli stessi vantaggi sul piano pedagogico: grande dispendio e molta burocrazia; tagli nelle materie obbligatorie; perdita delle ore in compresenza, con cui era stato possibile adattare un sistema di supporto alle esigenze reali; difficoltà a far coincidere domanda e offerta. Questi svantaggi non sarebbero in alcun modo compensati dai vantaggi derivati dall’introduzione delle materie opzionali obbligatorie. Si fa richiesta di riconoscere alle scuole maggiori competenze rispetto alla gestione delle materie opzionali obbligatorie e facoltative, in modo tale da adattarle meglio alle concrete esigenze.

In sintesi, una larga parte degli interpellati si augura che in una prossima legge siano garantiti un rapporto più equilibrato tra norme vincolanti e libera autodeterminazione, un quadro normativo più chiaro, più tempo per un’effettiva sperimentazione, maggiore considerazione per le istanze, le preoccupazioni e soprattutto le esperienze della “base”. Una forte critica è rivolta anche alla differente gestione della riforma da parte delle tre sovrintendenze. Questo aumenterebbe ulteriormente l’incertezza.

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