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Ponte Gardena: verso la valorizzazione del sito archeologico di via Cimitero

L’Ufficio Beni archeologici della Ripartizione Beni culturali, nell'ambito di un vasto programma di studi sul ruolo della Val d'Isarco nell'antichità, sta lavorando ad un progetto di valorizzazione del sito archeologico di Ponte Gardena, al quale ha recentemente dedicato una giornata di studio dal titolo “Ponte Gardena. Una porta per il Noricum?”.

Scorcio sul sito archeologico di via Cimitero a Ponte Gardena.

Nel sito archeologico di Ponte Gardena, infatti, sono stati rinvenuti reperti e resti di abitazioni d’età romana imperiale che testimoniano come, nel mondo antico, questa località abbia rappresentato una frontiera ma anche un tramite di rilievo tra l’Italia romanizzata ed il mondo d’Oltralpe. Come spiegano Elena Banzi e Marta Livaccari, collaboratrici dell'Ufficio Beni archeologici, in età augustea (I secolo d.C.) la località di Ponte Gardena fu integrata nel sistema economico e viario romano e, con tutta probabilità, fu sede degli uffici di riscossione del pedaggio doganale sulla merce in transito tra le regioni romane Noricum e X Regio (Venetia et Histria). La vocazione doganale di Ponte Gardena è ipotizzata sulla base del rinvenimento, presso la Chiesa di San Jodoco, di altari dedicati a divinità orientali, probabilmente da funzionari doganali di origine balcanica in servizio nella zona.

È attualmente in corso lo studio dei reperti delle ultime campagne di scavo condotte dall’Ufficio Beni archeologici tra il 2003 ed il 2007 in occasione dell'allargamento di via Cimitero a Ponte Gardena. Gli scavi hanno portato alla luce un tratto di strada romana inghiaiata a senso unico per carri, lungo la quale sono emersi i resti di ambienti, probabilmente locali di servizio quali capanni per il ricovero di attrezzi e animali, magazzini e botteghe. Dalle massicciate stradali sono stati recuperati frammenti di vasi, chiodini da sandalo, chiavi, fibbie e monete bronzee (prevalentemente dei secoli IV-inizi V d.C.); gli edifici hanno restituito ceramiche da mensa, terra sigillata, anfore, aghi in osso, frammenti in vetro, vari oggetti in ferro, bronzo e argento (tra cui un anello con castone ed un massiccio torques), numerose ossa animali e monete bronzee cadute tra le fessure dei tavolati lignei che costituivano la pavimentazione. 

Come pongono in evidenza le studiose, monete, anfore, terra sigillata e suppellettili metalliche testimoniano l'inserimento della località in un ampio sistema stradale almeno sino al VI secolo d.C., confermando la natura itineraria di Ponte Gardena, luogo di passaggio e d’incontro tra diverse culture.

SA

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