Attualità

Cultura portatrice di benessere

La partecipazione ad attività culturali ha un effetto diretto ed evidente sul benessere psicologico individuale; nel caso della popolazione residente a Bolzano seguire iniziative culturali produce un effetto positivo superiore rispetto a quanto avviene a livello nazionale. Questo quanto emerso dallo studio eseguito da un team di esperti che, su incarico della Ripartizione cultura italiana della Provincia, hanno indagato sull’incidenza degli investimenti da essa attuati in campo culturale negli ultimi dieci anni secondo un parametro diverso dal solito, ovvero per quanto attiene il livello di benessere generato. Gli esiti della ricerca sono stati resi noti dall’assessore Christian Tommasini.

Fino ad ora nessuna ricerca statisticamente attendibile era mai stata condotta allo scopo di comprendere l’influenza delle attività culturali sul benessere psicologico individuale. Del gruppo di ricercatori facevano parte rappresentanti della Fondazione Edoardo Garrone di Genova, dell’Università IUAV di Venezia (Dipartimento di Arti e Design Industriale), della Libera Università di Bolzano (Corso di laurea in Scienze della Comunicazione), della Bracco S.p.A. di Milano e del Centro di ricerche “Semeion” di Roma. La metodologia ha previsto la somministrazione da parte della Doxa di un questionario ad un campione statisticamente rappresentativo della popolazione italiana, ed a due sottocampioni rappresentativi provenienti da un comune con un tasso relativamente elevato di partecipazione culturale, Bolzano, e da un comune con un tasso relativamente basso di partecipazione culturale, Siracusa. L’analisi del campione italiano e del sottocampione raccolto per la città di Bolzano ha permesso di rilevare come il livello generale di benessere della popolazione residente a Bolzano sia superiore al livello nazionale (Bolzano 80,64, Italia 77,84).
Lo studio, come hanno sottolineato i ricercatori, ha portato in evidenza che le attività culturali hanno un effetto diretto ed evidente sul benessere psicologico individuale e sembra confermare la teoria per la quale una volta che l’individuo è stato in grado di dotarsi delle capacità cognitive per decifrare e comprendere i linguaggi culturali, ne percepirà un beneficio in grado di aumentare l’apprezzamento per tali formule, ed il livello di soddisfazione, in un circolo virtuoso che porterà ad alimentare ulteriormente tali formule culturali. Infatti, attraverso la comparazione dei dati, si conferma come, all’intensificarsi della frequenza, il differenziale di crescita del benessere tra le formule culturali meno sofisticate e quelle più sofisticate tenda ad aumentare, a vantaggio di queste ultime. Scendendo poi nello specifico della popolazione residente a Bolzano, i dati hanno permesso di evidenziare come le attività culturali condotte producano un effetto positivo superiore a quanto rilevato a livello nazionale soprattutto per quelle attività culturali, ad esempio il teatro, la musica classica, i concerti di musica jazz.
In questa direzione, come ha posto in evidenza l'assessore Tommasini negli ultimi anni la Ripartizione cultura italiana ha effettuato investimenti mirati al fine di accrescere la disponibilità di attività nel territorio, insieme a politiche innovative di avvicinamento e ricerca di nuovo pubblico. In riferimento alla categoria dei giovani, i risultati confermano che in generale la partecipazione ad attività culturali (frequenza musei e concerti di musica leggera) producano un marcato miglioramento del benessere dell’individuo, in misura superiore al campione complessivo. Nel caso delle famiglie, le attività culturali che maggiormente influenzano il benessere psicologico sono il cinema, e leggere romanzi. I dati fanno emergere, inoltre, una potenziale relazione tra la frequenza al consumo di cultura ed aumento della percezione di benessere nei soggetti con patologie.
Come ha sottolineato l'assessore Tommasini il consumo di formule culturali rappresenta a tutti gli effetti una strategia di produzione di benessere individuale e sociale, che pertanto è giusto sia oggetto di specifiche strategie d’incentivazione, ad esempio attraverso politiche culturali fortemente orientate all’accesso a forme di esperienza culturale dal carattere relazionale, o attraverso la partecipazione ad attività culturali dalla forte impronta socializzante.
L’abitudine e disponibilità ad effettuare esperienze sempre più sofisticate, come nel caso dei consumi culturali, si rifletterà anche nella possibilità di sviluppo cognitivo e non solo relazionale dell’individuo. Tale dinamica si rifletterà specularmene nel benessere, che tenderà a crescere parallelamente alla soddisfazione rispetto al miglioramento del proprio livello di vita ed identità.
Per il prof. Pierluigi Sacco dell'Università IUAV di Venezia, una tale nuova messe di dati scientifici, se letta in controluce indica l'assenza o la carenza di consumi culturali quale vera e propria patologia, una patologia dai costi sociali molto alti e la promozione culturale assume quindi la veste di medicina a basso costo.
La cultura, come hanno ribadito gli autori dell'indagine, può avere quindi un effetto importante sul benessere percepito, ma soltanto dove risulta ben integrata nei modelli di uso del tempo della popolazione residente, e quindi in ultima analisi dove esistono politiche culturali attive che sviluppano la competenza culturale dei residenti (e in questo ambito Bolzano vanta una tradizione più che decennale di buone prassi a livello europeo). E’ in questa direzione che si può immaginare la politica cultura quale strumento per una nuova strategia di sviluppo locale, di welfare attivo, che veda tale risorsa quale agente privilegiato per la costruzione di occasioni di sviluppo della società, ma altresì di prevenzione del disagio. Tali elementi sono perseguibili a patto che la cultura assuma la centralità politica e strategica e la si metta in grado di produrre effetti sociali rilevanti.

 

SA