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Più cultura nei Centri giovani

Sono 85 quelli gestiti direttamente o finanziati dalla Ripartizione cultura italiana, sono frequentati da circa il 24 per cento della popolazione giovanile altoatesina di lingua italiana, riscuotono un buon grado di soddisfazione da parte dell’utenza. Sono i Centri giovani sparsi capillarmente su tutto il territorio altoatesino di recente oggetto di uno studio della LUB commissionato dal vicepresidente della Provincia, Christian Tommasini, che nella serata di oggi, martedì 2 marzo 2010, ne ha presentato gli esiti assieme ai ricercatori del Corso di Laurea della Comunicazione plurilingue della Facoltà di Scienze della Formazione che hanno condotto l’indagine.

Lo studio fotografa lo stato attuale dei Centri giovani la cui attività è stata regolamentata con legge provinciale nel 1983 e che ad oggi toccano circa 85 unità fra quelli diretti dal Servizio giovani della Provincia ed altri gestiti da strutture esterne con finanziamento provinciale. L’obiettivo dell’indagine è quello di fornire uno strumento informativo ai responsabili ed agli operatori del mondo giovanile con il fine, come ha spiegato il vicepresidente Tommasini, di raccogliere spunti utili alla formulazione di misure strategiche integrate per lo sviluppo dell’offerta sempre più efficace di attività e dei servizi per i giovani.

Come è emerso dallo studio, i Centri giovani presi in esame (un campione selezionato di 23 strutture di cui 12 a Bolzano, 4 a Laives, 3 a Merano ed altri a Bressanone, Brunico, Egna e Salorno) pur risultando ben posizionati all’interno delle linee definite dalla Provincia, sia in termini di finalità che di obiettivi, vedono le attività realizzate concentrate nell’ambito ludico e ricreativo piuttosto che culturale. I dati ricavati dalle interviste condotte con gli operatori dei centri (80 questionari), che corrispondono quasi specularmente a quanto comunicato dai ragazzi frequentanti (raccolti 380 questionari), confermano come le attività di carattere ludico-ricreativo siano quelle maggiormente realizzate ed apprezzate nei centri rispetto a quelle culturali. Il 79 per cento degli intervistati dichiara di frequentare il centro, in cui si trovano bene, per incontrare gli amici e giocare usando la sala giochi. I centri sono frequentati da circa il 24 per cento della popolazione giovanile altoatesina, di cui il 63 per cento sono maschi ed il 37 per cento femmine, con un’età che va dai 13 ai 18 anni, che frequentano la scuola e che vivono in famiglia. Ragazzi e genitori si dicono soddisfatti rispetto agli orari di apertura e delle strutture; in generale l’impressione è positiva.

Lo studio permette di affermare che l’offerta proposta dalla Provincia consenta di intercettare una buona fetta della popolazione giovanile. Accanto al fatto che un elevato numero di scuole operano in regime di tempo pieno e che vi sia una certa saturazione del tempo extrascolastico con attività di vario genere, dalle sportive a quelle formative, l’indagine condotta fra i “non frequentanti“ (avvalendosi della società DOXA di Milano che ha somministrato questionari ad un campione rappresentativo della popolazione di lingua italiana per un totale di 500 fra giovani dai 15 ai 25 anni e adulti con figli dagli 8 ai 25 anni) evidenzia che la mancata frequenza dei centri sia collegata sostanzialmente alla mancanza di tempo (fino al 29 per cento) perché impegnati altrove e alla preferenza per altre tipologie di attività (fino al 26,7 per cento). Per quanto attiene la percezione della popolazione rispetto alla finalità dei centri giovani emerge come siano visti quali spazi indirizzati a proporre attività ricreative, in secondo luogo attività culturali per i ragazzi e in terza posizione per il supporto alle attività scolastiche, ed in percentuale minore (tra il 21 ed il 29 per cento) luoghi per la promozione della cultura dei giovani.
Il 46 per cento degli intervistati afferma che i centri dovrebbero promuovere maggiormente occasioni ed attività di matrice culturale e formativa

Un altro aspetto emerso dall’indagine è che in generale non vi sia una fattiva collaborazione fra centri e che i rapporti fra Centri giovani e scuole sussistano unicamente per progetti sinergici e solo in seconda battuta dal dialogo reciproco; lo stesso vale per il rapporto con le associazioni territoriali.

I ricercatori della LUB suggeriscono di strutturare i Centri giovani maggiormente quali nodi di una rete diffusa in grado di promuovere maggiormente formule di impiego del tempo libero dedicate all’avvicinamento alla cultura, alla lettura, alla scoperta delle lingue. Queste sono tra l’altro le linee guida indicate dalla Provincia all’atto della legge quadro del 1983 istitutiva dei Centri giovani indicati quali spazi dedicati allo sviluppo dei ragazzi.

La cultura intesa quale conoscenza e saperi, da un lato, ed i giovani quali leva strategica di sviluppo futuro della società, dall’altro, sono infatti gli elementi portanti del modello di sviluppo contemporanei ai quali dovrebbero ispirarsi le strategie e le attività dei Centri giovani in abbinamento a quelle di tutti gli attori della catena formativa in rapporto sinergico. La cultura va vista quale matrice costitutiva della società ed opportunità per un suo sviluppo complessivo. Le politiche e le azioni da attuare nel prossimo futuro, come suggeriscono i ricercatori,  dovranno essere indirizzate alla valorizzazione, alla formazione e promozione dei giovani e delle loro capacità.
A tal riguardo come afferma il vicepresidente Tommasini "Vogliamo che i nostri centri giovanili diventino sempre piu luoghi di incontro per tutti i gruppi linguistici e luoghi in cui oltre ad attività ricreative si faccia cultura".

SA

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