Attualità

Il Cinema che forma: “Nuovomondo” di Emanuele Crialese (6 maggio)

“Rassegna di immagini e parole – Odissee. Storie di viaggi, storie di migrazione” all’Auditorium “Lucio Battisti” del Centro di Formazione Professionale “L. Einaudi” di via S. Geltrude,3 a Bolzano.

Si svolgerà giovedì 6 maggio, alle ore 20,30, nell’ambito della “Rassegna di immagini e parole – Odissee. Storie di viaggi, storie di migrazione” presso l’Auditorium “Lucio Battisti” in via S. Geltrude,3 a Bolzano la proiezione del film “Nuovomondo” di Emanuele Crialese.

Il film “Nuovomondo” è stato realizzato nel 2006,  regia, soggetto e sceneggiatura sono di : Emanuele Crialese. Con Charlotte Gainsbourg, Vincenzo Amato, Aurora Quattrocchi, Francesco Casisa, Ernesto Mahieux, Andrea Prodan, Filippo Pucillo, Vincent Schiavelli.

Scheda del film:
Salvatore Mancuso (Vincenzo Amato) agli inizi del '900 lascia una Sicilia fatta di desolazione e di miseria estrema, di ignoranza, di credenze magiche e di superstizione. Nei sogni del protagonista l’America è una sorta di paese delle meraviglie, dove ci sono strade in cui scorrono fiumi di latte e alberi da cui piovono dollari. In realtà, il viaggio verso il nuovo mondo si rivela durissimo fin dal principio: la nave sulla quale salgono Salvatore e il suo seguito è un enorme contenitore su cui si viaggia stipati come bestie, e la furia del mare seminerà morte fra i passeggeri.

Ad attenderli allo sbarco non c’è esattamente l’America dei sogni: un team di medici e psicologi sottopongono gli immigrati ad una serie umiliante di test, lo scopo è quello negare l’ingresso agli individui con un quoziente intellettivo basso o portatori di handicap fisici, in quanto potrebbero mescolarsi con la più evoluta popolazione locale.

Dopo "Respiro", fortunato film del 2002 ambientato a Lampedusa, Crialese sceglie per la seconda volta di ambientare le sue storie in Sicilia. Quella che ci fa vedere, attraverso immagini crude e realistiche, è una terra arida, pietrosa, poverissima. I dialoghi in dialetto siciliano, con i sottotitoli per le parti più difficili da comprendere, contribuiscono a dare veridicità al racconto.

L’elemento del vero e del reale si mescola con la fantasia; come nel caso del fiume di latte che scorre per la strada: è il simbolo dell’abbondanza, è il sogno del protagonista condiviso da tutta la prima generazione di emigranti. Durante il viaggio, il protagonista si distacca gradualmente dal passato, ben rappresentato dalla madre anziana,incapace di rinunciare alla sua vita di sempre e ai suoi poteri di sciamana, tanto che non accetta di stare in America e decide di tornare indietro senza suo figlio. Il personaggio di Lucy (Charlotte Gainsbourg), la straniera dai modi aristocratici che a poco a poco si avvicina a Salvatore, rappresenta invece il futuro, il cambiamento.

E’ un film emozionante, a tratti commovente, come nella scena a bordo della nave in cui una donna, quasi impazzita dal dolore, continua a tenere fra le braccia il suo bambino ormai cadavere. E’ un mix sapiente di realtà e surrealismo; è anche un film di attualità, perché offre spunti per una riflessione sul fenomeno dell’immigrazione: l’Italia si trova oggi nella situazione opposta rispetto a quella degli inizi del ’900, è cioè terra di approdo per molti emigrati, costretti, spesso, a viaggi pericolosi e a soggiorni forzati nei centri di accoglienza.

FG