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Capitale europea della cultura 2019: partita da Bolzano la fase operativa

Con un evento al Museion di Bolzano è stato sottoscritto oggi (24 febbraio) da Alto Adige, Trentino, Veneto, Friuli, Provincia e Comune di Venezia l'atto costitutivo del Comitato fondatore della candidatura del Nordest a Capitale europea della cultura 2019. Scatta quindi da Bolzano la fase operativa del progetto.

Un momento della cerimonia di firma dell'atto costitutivo nel Museion gremito (Foto Pertl)

La fase concreta della corsa della macroarea del Nordest verso il traguardo di Capitale europea della cultura 2019 parte da Bolzano con la costituzione del primo organismo, il Comitato fondatore, composto dai rappresentanti istituzionali degli enti coinvolti nel progetto: le Province autonome di Bolzano e di Trento, le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, la Provincia di Venezia e il Comune di Venezia, capofila della candidatura congiunta. In successione sono previsti altri tre Comitati: quello direttivo (il “braccio operativo”), composto da 18 membri, 3 per ogni territorio; il secondo Comitato sarà quello scientifico, il terzo il Comitato promotore, aperto alla più ampia partecipazione possibile di istituzioni pubbliche e private, scuole e università, centri studi e ricerca, associazioni imprenditoriali, realtà economiche e finanziarie.

Oggi al Museion il mondo della politica e della cultura ha ribadito l’importanza del progetto: accanto alle autorità istituzionali – la Provincia di Bolzano era rappresentata dal vicepresidente Christian Tommasini – hanno portato il loro contributo testimonial di livello internazionale come il jazzista Franco D’Andrea, lo scultore Aaron Demetz, l’alpinista Reinhold Messner, l’architetto Matteo Thun e l’olimpionico della marcia Alex Schwazer: tuti concordi sull'eccellenza del binomio Venezia-Dolomiti. "Questa sfida è un’opportunità di crescita attraverso gli investimenti nella cultura – ha ribadito il vicepresidente Tommasini – e nelle linee guida della candidatura c’è l’impegno ad aumentare la partecipazione dei cittadini agli eventi culturali, perché la cultura crea benessere sociale ed economico." Tommasini ha poi ringraziato le organizzazioni culturali che stanno già lavorando per mettersi in rete.

L’iniziativa "Capitale europea della cultura" vuole valorizzare la ricchezza, la diversità e le caratteristiche comuni delle culture europee e contribuire a migliorare la comprensione tra i cittadini. In base alla rotazione annuale tra Stati decisa dall’UE, nel 2019 la Capitale europea spetterà all’Italia e il Nordest si candida per conquistare la nomina, forte di un bacino di 7 milioni di abitanti, di una capofila come Venezia e, tra le sue peculiarità, di una terra plurilingue come la Provincia di Bolzano. Il dossier della candidatura va presentato entro il 2012, il Consiglio d’Europa designerà il vincitore nel 2013. La Capitale europea dovrà organizzare lungo tutto il 2019 un programma di manifestazioni culturali per promuovere il patrimonio esistente e favorire cooperazioni durature in ambito culturale. La proposta su scala interregionale dovrà inoltre rafforzare la visione strategica di una regione metropolitana, qualificare il territorio per contribuire ad attirare investimenti e iniziative imprenditoriali, valorizzare attività innovative e di eccellenza.

Tra innovazione e cultura, infatti, c'è un nesso strettissimo, "e i territori che investono maggiormente in cultura sono quelli che hanno un tasso di innovazione maggiore", ha aggiunto Tommasini. L’atto costitutivo del Comitato fondatore è stato sottoscritto anche dal vicepresidente Marino Zorzato (Veneto), dagli assessori Elio De Anna (Friuli), Lia Giovanazzi Beltrami (Trentino), Pier Francesco Ghetti (Comune di Venezia) e Raffaele Speranzon (Provincia Venezia.) Tutti i firmatari hanno ribadito che il Nordest non teme la sfida: "Siamo una tra le macroregioni più avanzate d’Europa, siamo conosciuti nel mondo ma ora dobbiamo presentare quale forma di sviluppo vogliamo." La base di partenza è ottima: da un lato la fama universale di Venezia, dall’altra le Dolomiti con il sigillo mondiale dell’Unesco. È partita la sfida alle altre candidature, tra cui Siena, Matera, Torino, Assisi-Perugia, Palermo, Ravenna.

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pf

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