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Capitale cultura 2019: consegnato al Ministero il Dossier di candidatura

612 musei, 60 teatri, 9 università e quasi 6.800 scuole: sono alcuni dei numeri – senza contare il patrimonio paesaggistico – con cui la macroarea che dall’Alto Adige arriva al Friuli passando per Trentino e Veneto si candida a Capitale europea della cultura nel 2019. Il dossier di candidatura di Venezia con il Nordest è stato consegnato oggi (19 settembre) a Roma al Ministero per i beni e le attività culturali.

L'Alto Adige si candida con Venezia e il Nordest a Capitale Europea della Cultura 2019 sotto il motto "Culture of PEACE", pace (a 100 anni dalla fine della Grande guerra) ma anche acronimo di Partecipating, Enhancing, Art, Creativity, Economy: è il messaggio di un territorio in cui far vivere simultaneamente partecipazione, valorizzazione dell'arte e creatività economica. Il progetto innovativo coinvolge in forma paritetica una grande area con 7 milioni di abitanti attraverso sei enti fondatori: il Comune di Venezia, la Regione del Veneto, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, la Provincia di Venezia, la Provincia autonoma di Bolzano e la Provincia Autonoma di Trento. Il piano di sviluppo territoriale si autosostiene finanziariamente, senza il ricorso a contributi statali, e mira a modificare e migliorare profondamente il territorio, mettendo in rete l'intero patrimonio culturale del Nordest  e dando così vita a un grande polo culturale europeo.

A Roma i promotori - per l'Alto Adige l'assessore alla cultura italiana e vicepresidente della Provincia - hanno illustrato ai media i contenuti del progetto Capitale della Cultura 2019: valorizzare e creare reti tra i tesori d'arte e cultura che le città e i territori custodiscono, promuovere modelli di raccordo delle istituzioni esistenti in un'area che vanta 612 musei, 60 teatri, 9 università e quasi 6.800 scuole. "È una grande opportunità che mette la cultura al centro di un progetto di sviluppo - ha ribadito il vicepresidente della Provincia - e che vede anche l'Alto Adige protagonista in un lavoro di squadra. Vogliamo affrontare la sfida della candidatura e allo stesso tempo creare relazioni e benessere per la società attraverso la cultura." Tra le iniziative figura anche l'invito a tutte le 26 città Capitali europee della cultura nel secondo ciclo (2005-2019), ospitate per instaurare una rete di collaborazione tra Comuni, istituzioni e associazioni dei vari Paesi. Una sorta di "Expo delle Capitali della Cultura europea" che, per realizzarsi, ha bisogno degli spazi che soltanto il Nordest può offrire e che costituirà un bilancio e una rivisitazione dei 20 anni di programma culturale europeo. L'area geografica scelta per la candidatura è caratterizzata da intensi rapporti transfrontalieri e anche il tema scelto quale filo conduttore della candidatura, "La pace come motore di sviluppo culturale, sociale ed economico", è un argomento molto europeo: la multiculturalità funge da collante per unire popoli anche molto diversi tra loro. Nel 2019 la rievocazione della pace coinvolgerà anche le vicine Germania, Austria, Slovenia, Croazia: si ricorderà anche la nascita di modelli d'integrazione interetnica nelle aree di confine, primo passo verso un'autentica Unione europea.

Sono 9 le linee guida del progetto di candidatura: tra queste il turismo di qualità (definizione di un piano strategico per differenziare i mercati e l'offerta e migliorare il rapporto qualità/prezzo), un piano di mobilità dedicato (sistema integrato a biglietto unico per il trasporto pubblico, incremento chilometrico delle piste ciclabili, impianti di bike e car sharing), Green Capital (riconversione verso la green economy, anche attraverso l'implementazione dell'azione di CasaClima e il Parco tecnologico di Bolzano), mostre, eventi e il restauro (istituito un laboratorio per il restauro dell'arte contemporanea in accordo con i Musei veneziani e con le università). Il dossier prevede anche veri e propri interventi di riconversione, tra i quali la rinascita del Porto vecchio di Trieste, la trasformazione del forte di Fortezza in una sorta di museo di partenze, arrivi e transiti in cui raccontare la storia dell'Alto Adige, la messa a regime del Muse a Trento e il nuovo polo bibliotecario trilingue di Bolzano.

Presentati a Roma anche due sondaggi (di SWG e Fondazione Nordest) tra cittadini e imprenditori per conoscere opinioni e percezione della candidatura. Il 74% degli intervistati su scala nazionale giudica positivamente l'idea della candidatura, percentuale che sale al 93% per i cittadini del Nordest. Per quanto siano ancora pochi gli italiani, circa uno su tre, che sanno che nel 2019 sarà l'Italia a scegliere la Capitale europea della cultura, il 25% sa della candidatura del Nordest. Gli intervistati delle regioni interessate indicano come ricadute principali dell'aggiudicazione l'aumento del turismo di qualità e l'incremento dell'offerta culturale anche per i residenti. Per 4 intervistati su 5 il titolo di Capitale della cultura sarebbe anche un volano per uscire dalla crisi perché permetterebbe di attirare sul territorio le risorse (capitali, competenze, talenti, infrastrutture) necessarie alla crescita.

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