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Apprendimento informale lingue: dai dinamizzatori pratiche replicabili

Buone pratiche di apprendimento informale delle lingue, ideate dai partecipanti al corso per "Dinamizzatori" nell'ambito del progetto del "Bilinguismo dinamico" cofinanziato dal FSE, sono raccolte in una pubblicazione presentata ieri sera, mercoledì 10 dicembre, presso l'UPAD a Bolzano. La presentazione in occasione dell'evento finale del corso.

Evento finale del corso per "dinamizzatori" finanziato dal FSE. (Foto: USP/M.Benvenuti)

Sono 17 le persone formate per fungere da "dinamizzatori" linguistici al fine di favorire l'apprendimento informale delle lingue in varie realtà lavorative. Sette le buone pratiche da loro ideate per indurre in modo piacevole ad imparare un'altra lingua e cultura. Il percorso formativo per "dinamizzatori" organizzato nell'ambito del progetto "Bilinguismo dinamico" si è concluso ieri sera, 10.12, con la presentazione pubblica del volume che raccoglie e documenta tali pratiche, che riferisce dell'intero progetto, e che potrà fungere come una sorta di manuale per replicarle adattandole a realtà simili.
L'idea di creare questa nuova figura professionale all'interno di organizzazioni ed aziende con il compito di agevolare e facilitare la comunicazione in più lingue fra il personale e con gli utenti, deriva dal progetto di successo di volontariato linguistico "Voluntariat per les Llengües" che il Dipartimento Cultura italiana della Provincia. Introdotto quattro anni fa in Alto Adige proveniente dalla Regione spagnola della Catalogna, come ha detto Antonio Lampis, direttore della Ripartizione Cultura italiana, che ha portato ai presenti i saluti dell'assessore provinciale Christian Tommasini, il progetto vanta esiti positivi con oltre 1500 coppie linguistiche, migliaia di iscritti e centinaia di volontari (Info: http://www.infovol.it/). Tale progetto incentiva l'apprendimento informale delle lingue attraverso il rapporto interpersonale che vede delle persone che donano la propria madrelingua a persone che la vogliono apprendere, il tutto su base volontaria. Si tratta, così ha detto Lampis, non solo di uno scambio di lingua, ma anche di cultura e vita.
Per implementare anche nel settore privato una pratica di successo portata avanti dall'ente pubblico, che si è consolidata sul territorio, e per sviluppare concrete opportunità professionali di applicazione di tale modello coerente con le esigenze del territorio altoatesino, è nato così il progetto "Bilinguismo dinamico", cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo, al quale collaborano la Fondazione Upad, lo stesso Dipartimento Cultura italiana della Provincia tramite l'Ufficio bilinguismo, ed altri soggetti attivi nell‘ambito della formazione permanente e professionale, quali il Centro Studi e Ricerche Palladio e Augeo srl.

La riflessione di fondo è che la mancanza di competenza linguistica può rappresentare un limite oltre che un costo per le organizzazioni e le aziende; infatti, se i loro collaboratori non riescono a comunicare efficacemente, sia con l'esterno che all'interno questa carenza preclude in alcuni casi l'accesso a nuovi mercati o l'acquisizione di nuove commesse. In generale i luoghi di lavoro e di aggregazione dove vi sono competenze linguistiche plurilingui presentano una maggiore apertura all'innovazione ed una migliore flessibilità, garantendo così un indiscutibile vantaggio per la competitività. La nuova figura professionale del "dinamizzatore" all'interno di organizzazioni ed aziende agevola e facilita la comunicazione in più lingue fra il personale, facilitando anche l'inclusione sociale di persone con background migratorio, e con gli utenti.

I dettagli del percorso formativo sono stati illustrati dalla docente Claudia Ciombolini. Al corso hanno preso parte 17 persone maggiorenni con impiego, provenienti da vari ambiti lavorativi, dalla scuola alle associazioni di volontariato. Accanto al progetto di volontariato linguistico, il percorso formativo si è incentrato sulle tecniche di dinamizzazione, di ascolto attivo e di mediazione del conflitto, di interculturalità, di gestione e promozione del servizio. A conclusione della formazione i corsisti hanno ideato e approntato delle pratiche di apprendimento informale delle lingue, ora pubblicate.

SA

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