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Ricerca sull'integrazione scolastica

Sono stati presentati questa mattina dagli assessori alla scuola Otto Saurer, Luisa Gnecchi e Florian Mussner gli esiti della ricerca sulla qualità dell'integrazione scolastica negli istituti dei 3 gruppi linguistici. Nessuna grande differenza sui dati generali, ma nello specifico è emerso che la percentuale di alunni diversamente abili è maggiore nelle scuole tedesche, mentre le classi integrate sono più diffuse nelle scuole italiane. Sempre nelle scuole italiane si segnala poi una maggiore specializzazione degli insegnanti di sostegno.

La conferenza stampa di presentazione dei risultati della ricerca
Lo studio, commissionato dal gruppo per il coordinamento interistituzionale, è stato effettuato nel corso dell'anno scolastico 2002-2003, e ha riguardato 78 istituti di lingua tedesca, 24 di lingua italiana, e 4 di lingua ladina. Gli alunni e le alunne diversamente abili rappresentano il 3,71% della popolazione scolastica di lingua italiana, il 4,41% di quella di lingua tedesca, e il 3,05% di quella di lingua ladina. La percentuale è maggiore nelle scuole di base, con un picco significativo in quelle di lingua tedesca (5,77%). Altro dato interessante, quello riguardante la distribuzione geografica. Nelle scuole in lingua italiana, la concentrazione maggiore è a Bolzano, con il 51% del totale. La ricerca ha poi portato alla luce come il 44% delle classi italiane, con punte del 60% nelle scuole di base, sia "integrato", contro il 41% delle classi tedesche e il 36% di quelle ladine. Una specificità delle scuole in lingua italiana è poi la qualificazione degli insegnanti di sostegno: il 79% del totale è in possesso del diploma di specializzazione, contro il 38% delle scuole tedesche, e il 47,61% delle scuole ladine.

Per quanto riguarda gli aspetti qualitativi della ricerca, le richieste emerse si possono sintetizzare in un maggiore impulso ai gruppi di lavoro e agli insegnanti di sostegno. Il nodo chiave è considerato la formazione del personale, mentre emerge l'importanza dell'accesso ai servizi di consulenza e della collaborazione tra scuole e famiglie. Lo studio non costituisce solo una fotografia dello stato attuale dell'integrazione scolastica in Alto Adige, ma rappresenta un input a migliorare sempre di più. Tra le proposte per risolvere i problemi più sentiti si segnala l'aumento delle risorse per favorire la specializzazione del personale, in alcuni casi considerato poco preparato e demotivato, e una didattica più aperta all'innovazione.

"La nostra Provincia è sicuramente all'avanguardia nel campo dell'integrazione scolastica - ha spiegato l'assessore provinciale Luisa Gnecchi - ma occorre sempre migliorare la qualità dei propri servizi per offrire ai ragazzi la possibilità di valorizzare le proprie capacità. Questa ricerca rappresenta un passaggio importante per contribuire a migliorare la qualità della vita dei diversamente abili, e per aiutarli a progettare meglio il proprio futuro". La sovrintendente scolastica in lingua italiana Bruna Rauzi, commentando i risultati dello studio, ha proposto un aggiornamento obbligatorio sulle tematiche relative all'handicap per tutti i consigli di classe.

Il volume con i risultati della ricerca è a disposizione di chiunque sia interessato presso le sedi di Bolzano della 3 intendenze scolastiche. Quella italiana (via del Ronco 2), quella tedesca (via Amba Alagi 10), e quella ladina (via Bottai 29).

mb

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