Attualità

Promozione della cultura in stile supermarket

Un volantino simile a quelli delle offerte dei supermercati, ma dedicato al consumo di cultura. È il singolare messaggio che la Ripartizione provinciale Cultura italiana ha inviato per posta agli altoatesini. 65.000 buche delle lettere, 4 comuni, 63.000 famiglie, 140.000 persone: questi i numeri dell’ultima campagna di comunicazione sociale della Ripartizione.

Il volantino dedicato alla cultura
È partita il 16 novembre e si conclude in questi giorni la distribuzione via posta del singolare volantino informativo sull’offerta culturale in Provincia di Bolzano. Mimetizzato fra le pubblicità delle offerte dei supermercati, le famiglie di Bolzano, Bressanone, Laives, Merano e San Giacomo hanno trovato nella buca delle lettere un invito a investire nella crescita personale frequentando i luoghi della cultura e usufruendo dei tanti servizi offerti dalla Ripartizione Cultura italiana: il supporto all’apprendimento delle lingue, le mostre, i concerti, e i libri editi dalla Ripartizione Cultura italiana, spesso gratuiti o che costano meno rispetto ad altre realtà territoriali.

Per aumentare l’uso di questi strumenti di intrattenimento culturale e di apprendimento, la Ripartizione provinciale ha avviato questa singolare operazione di strategia promozionale che intende informare anche coloro che non frequentano i luoghi della cultura sull’apprendimento delle lingue e i vantaggi del consumo di spettacoli ed esposizioni culturali per la formazione individuale durante tutto l’arco della vita.

A tal fine si è provveduto alla distribuzione capillare del vivace volantino informativo utilizzando una prassi tipica della grande distribuzione alimentare e giocando sull’effetto sorpresa che i contenuti hanno proposto rispetto alle apparenze. L'utilizzo delle prassi e delle scelte grafiche volutamente sgraziate tipiche della comunicazione della grande distribuzione alimentare ripercorre lo schema della finta pubblicità, al fine di sorprendere o far riflettere.
La campagna, secondo una prima rilevazione, ha ottenuto un ottimo riscontro e l’apprezzamento di molti cittadini stimolati dalla comunicazione innovativa: il Centro Trevi di Bolzano e i centralini degli uffici indicati per la richiesta di informazioni sono stati ripetutamente contattati dalle persone interessate.

Campagne analoghe sono stete avviate negli anni passati: nel filone, molto in voga alla fine degli anni ‘90, connesso al benessere del corpo, evocando il salutismo (la cultura allunga la vita) oppure la passione per le diete con (Misura la qualità della tua vita … non dimenticare di allenare anche la tua mente … vai a teatro, in biblioteca, scopri l’arte, partecipa alle iniziative culturali), oppure utilizzando le immagini delle campagne della telefonia mobile e il timore delle radiazioni (Costo zero-Cultura: solo vantaggi per la testa) o infine la compulsione per gli investimenti dei propri risparmi con la campagna “Costruisci te stesso: investi in cultura!”.
Altre volte il consumo culturale era evocato come una risposta alla soddisfazione di bisogni primari, diffondendo quindi immagini che invitavano a frequentare i luoghi della cultura, ma evocavano consumi alimentari, il pane quotidiano, il caffè, come “Caffè cultura” o a succulenti sandwich come quelli della campagna “C’è più gusto a conoscere un’altra lingua”. 

pf

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