Attualità

Convegno su Bolzano e il sistema fieristico del Seicento e Settecento

Tra il 7 ed il 9 aprile prossimo, storici ed esperti di tutta Europa indagheranno presso il Palazzo Mercantile di Bolzano il ruolo del capoluogo altoatesino quale città fieristica nel XVII e nel XVIII secolo. L’iniziativa è dell’Archivio provinciale e del Gruppo di ricerca per la storia regionale in collaborazione con le Università di Trento e di Lipsia.

Il privilegio mercantile di fiera del 1635 concesso a Bolzano
Il capoluogo altoatesino ha una lunga tradizione quale città commerciale. Di recente, grazie ai documenti dell’archivio del Magistrato mercantile, sono stati fatti passi avanti nel capo della ricerca nel settore. Nuove e vecchie scoperte su fiere e mercati europei dell’epoca saranno illustrate nel corso del convegno "Bolzano e il sistema fieristico europeo del XVII E XVIII secolo - Acquisizioni e nuove prospettive di ricerca" in programma da giovedì 7 a sabato 9 aprile. Il convegno sarà inaugurato dall'assessora provinciale Sabina Kasslatter Mur

giovedì 7 aprile

alle 17.30

a Palazzo Mercantile

in via Argentieri.

L’appuntamento rappresenta il primo di tre convegni promossi quest’anno dall’Archivio provinciale: i successivi saranno un dibattito sulla Prima guerra mondiale, a fine aprile, ed uno sulla storia cittadina, in autunno.

Come spiega il direttore dell’Archivio Josef Nössing, i convegni sono organizzati in collaborazione con Istituti di ricerca europei, e prevedono la partecipazione di esperti di tutta Europa. Il convegno, che vedrà la partecipazione di storici tedeschi, austriaci, svizzeri e italiani, è stato reso possibile dal convergere degli interessi di ricerca del Dipartimento di Economia dell’Università di Trento, dell’Historisches Seminar dell’Università di Lipsia, dell’Archivio provinciale, dell’Archivio storico della città di Bolzano e del Gruppo di ricerca per la storia regionale. Gli atti saranno raccolti in un volume, la cui uscita è prevista per i primi mesi del 2006.

Il convegno intende fare il punto sulle ricerche in materia di fiere e dare un’adeguata collocazione, finora in gran parte mancata, della storia delle fiere di Bolzano nel contesto dei circuiti commerciali europei in età moderna. Sotto questo profilo, Bolzano presenta alcune caratteristiche interessanti, tra cui quella di aver svolto un ruolo di rilievo nell’interscambio tra la penisola italiana e l’Europa centro-settentrionale, e il fatto di aver goduto, fin dal 1635, di un corpus di privilegi specifici, rilasciati da Claudia de Medici, vedova dell’arciduca Leopoldo, che hanno garantito agli operatori mercantili un’ampia autonomia, esercitata attraverso il Magistrato mercantile. La documentazione prodotta da quest’ultimo, giunta quasi integralmente fino a noi e conservata presso l’archivio provinciale di Bolzano, costituisce per estensione e completezza una fonte unica a livello europeo, e dunque meritevole di ulteriori studi.

Note di approfondimento

Tra il XV e il XVI secolo, e con maggior intensità a partire dal XVII, Bolzano riesce a coniugare il vantaggio garantito dalla posizione rispetto ad alcuni importanti percorsi di attraversamento delle Alpi (Brennero, Resia) con un’oculata politica di incentivazione del commercio incentrata sulle sue quattro fiere. La città e il territorio assumono così un ruolo centrale nell’interscambio tra area mediterranea ed Europa centro-settentrionale, con importanti ricadute locali dal punto di vista economico, ma anche sociale e culturale. L’identità cittadina risulta profondamente pregnata da questa vocazione commerciale, che ha saputo svilupparsi e ottenere risultati di rilievo grazie alla consapevolezza della necessità di una politica complessiva di promozione di questa attività, e al concorrere di diverse istituzioni alla sua realizzazione.

Con la prima metà dell’Ottocento le trasformazioni nella struttura generale dell’economia europea, e in particolare quelle del settore commerciale e dei trasporti, condannano le fiere di Bolzano a una graduale marginalizzazione, con i ceti imprenditoriali locali che stentano a riversare i capitali e le competenze acquisite in attività economiche più coerenti con i nuovi indirizzi. L’evidenza che si trae da questa vicenda è perlomeno duplice, e indica da un lato la capacità di un centro dotato di particolari vantaggi di posizione per l’interscambio internazionale di valorizzarli creando un’opportuna cornice di regole, infrastrutture e privilegi, e dall’altro anche come tale attività economica abbia influito sulla formazione di una specifica identità locale, con riflessi che giungono fino ai giorni nostri. In un certo senso, la lezione è valida anche per le sfide dell’economia contemporanea: solo la presenza di un progetto di crescita articolato, condiviso e partecipato dal maggior numero possibile di forze locali, la capacità di leggere il mutare delle situazioni internazionali e il rifiuto di posizioni di arroccamento può costruire successi duraturi, e porre le premesse per uno sviluppo di lungo periodo.

In allegato: il programma del convegno

pf

Galleria fotografica