Giornata dell’Autonomia 2014

News 2015

Effetto scuola, analisi dati Invalsi con Unibz e Politecnico di Milano

Sono in fase di analisi i primi risultati del macro-progetto della Direzione Istruzione e formazione italiana, che mira a ricostruire ed arricchire il valore aggiunto della scuola.

Il professor Mirco Tonin della Libera Università di Bolzano e il professor Tommaso Agasisti del Politecnico di Milano hanno iniziato a svolgere uno studio, insieme ai tecnici interni della Direzione istruzione e formazione italiana, nell’ambito del macro-progetto “Effetto Scuola”, la cui fase sperimentale è in via di conclusione. Il lavoro si basa su metodologie consolidate, sviluppate dallo stesso Invalsi, e si propone inoltre di analizzare come l’effetto scuola cambi al variare dei livelli di partenza, ovvero come la scuola contribuisca al recupero degli svantaggi e alla promozione delle eccellenze.

“Con simili progetti si evidenzia la volontà di costante miglioramento che permea la scuola italiana dell’Alto Adige, dimostrando il grande impegno e lavoro, oltre che la dedizione, che tutti gli attori del sistema scolastico italiano profondono quotidianamente”, ha dichiarato l’assessore provinciale all’Istruzione italiana Marco Galateo.

Il gruppo di lavoro che ha seguito il percorso dal punto di vista scientifico, composto da esperti universitari e della valutazione delle performance scolastiche, ha predisposto un piano di intervento con numerosi momenti di confronto e formazione. I primi risultati saranno disponibili in autunno 2024 e saranno utili per adattare il percorso alle necessità specifiche e potenzialmente estenderlo ad altri istituti.

“Il percorso di ricerca-azione ha coinvolto sei scuole altoatesine per un intero anno scolastico, puntando alla costruzione di un approccio metodologico sempre più vicino alle esigenze dell’allievo”, ha chiarito il sovrintendente scolastico Vincenzo Gullotta. “Miriamo a ricostruire quello che è il valore aggiunto della scuola, vale a dire il contributo che la scuola riesce a dare all’apprendimento di studenti e studentesse, tenendo conto di livelli di partenza che, come è evidente, non sono uniformi”.


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