Cenni storici
Circa 2000 anni fa, quando parte della svizzera meridionale e parte delle Alpi orientali erano popolate da tribù retiche e celtiche i romani conquistarono i territori nei quali oggi vivono le popolazioni ladine, e li inglobarono nel loro Impero, ed è proprio nei secoli successivi coincidenti con la romanizzazione delle Alpi che nasce e si sviluppa la lingua retoromana, caratteristica principale che accomuna i ladini.
Dopo il crollo dell’Impero romano iniziò un periodo caratterizzato da grandi incertezze, anche la documentazione storica relativa a questi anni è molto scarna, e spesso consente solamente delle supposizioni solo dopo la cristianizzazione e la creazione dei Principati vescovili si ebbe la rinascita di una gestione amministrativa.
Nel XIII secolo d.C. i conti del Tirolo, con un’abile politica d’espansione, riescono a sottrarre influenza e potere alla chiesa formando una contea, la contea del Tirolo, che da allora lega le popolazioni ladine alla sua storia e cultura.
Passando attraverso le guerre napoleoniche, che videro i ladini impegnati nelle lotte contro l’esercito franco-bavarese, si arrivò alla prima guerra mondiale che coinvolse tutta la popolazione ladina. Le stesse Dolomiti divennero scenario di guerra, meta di conquiste e baluardi di difesa. Al termine del conflitto, la Ladinia dolomitica passo all’Italia.
Con l’avvento del fascismo, negli anni venti del secolo scorso, il ladino fu dichiarato dialetto italiano ed iniziò un'opera d'italianizzazione delle valli ladine, tra cui anche la suddivisione della popolazione in più province.
La seconda metà del XX secolo portò ad un notevole miglioramento della situazione linguistica e politica. Soprattutto per i Ladini della provincia di Bolzano. Con il primo statuto d’autonomia del 1948 ed il riconoscimento, da parte del Presidente della Repubblica nel 1951, fu possibile sviluppare una politica di tutela della lingua e della cultura. In adempimento dello statuto d’autonomia fu p.e. introdotto il sistema scolastico paritetico. Nel 1972 con il secondo statuto d’autonomia s'introdussero poi ulteriori miglioramenti.